N. 98 – L’anno
del gatto
La
ragazza dai lunghi capelli rossi è molto nervosa. Entra nella sua casa come ha
fatto tante volte nella sua vita ma in questa occasione, per la prima volta, lo
fa insieme al suo ragazzo. I due giungono nella cucina dove ad attenderli ci
sono i genitori di lei. La ragazza comincia con le presentazioni ma suo padre
non le da nemmeno tempo di terminarle. Scatta verso il ragazzo e gli finisce
dritto faccia contro faccia.
-Sappi
che non mi piaci.- gli dice solamente (che è anche troppo).
Il
ragazzo si volta verso la ragazza dai capelli rossi.
-Patsy,
questi qui sono i tuoi genitori.
-Già.-
concorda lei un po’ stufa e un po’ rassegnata.
-E
tu sei in età da liceo.
-Di
nuovo già.
-Quindi
anche io sono più giovane.
-Un
giovane scapestrato.- interviene il padre di Patsy -Che ha ereditato senza
merito un grande patrimonio. E adesso vuoi corrompere mia figlia.
Arrivano
pure Hedy e Michael, rispettivamente migliore amica e fratello di Patricia
Walker.
-Allora
Patsy, come sta andando la presentazione?- chiedono all’unisono e sorridendo.
Kyle
Richmond si guarda attorno.
-Siamo
nella Centerville dei fumetti scritti da tua madre, Patsy.
-Decisamente.
Per l’ennesima volta.
(Infatti
era già successo su Difensori MIT #87 e #88.)
-Comincio
a stufarmi.
-Non
dirlo a me.
-Questa
volta cosa ci sarà dietro? Oppure chi?
-Perché
deve esserci per forza qualcosa dietro?- dice Hedy sorridendo -Potrebbe anche
essere che la mia grande amica stia semplicemente sognando.
Patricia
Walker si sveglia di colpo.
-Questa
storia deve finire.- commenta infastidita.
-Hai
fatto ancora lo stesso sogno?- chiede l’uomo vicino a lei nel letto.
-Eri
sveglio?
-No.
Ma è difficile non svegliarsi dopo aver ricevuto un calcio.
-Scusami,
Kyle. Non me ne ero nemmeno accorta. Sì, è sempre lo stesso sogno, più o meno.
Mi rivedo liceale. E poi quando mi sveglio mi ritrovo di colpo invecchiata.
-Finiscila.
Non sei vecchia. Certo, capisco che ritrovarsi da un secondo all’altro da
liceale a trentenne…
-Aspetta
un attimo. Tu non sei Kyle!
-Decisamente
no.
Patricia
osserva il volto dell’uomo e vi riconosce Daimon Hellstrom, il suo ex marito.
-Cosa
diavolo sta accadendo?- chiede sconcertata.
-Diavolo
è la parola giusta.- commenta Daimon prima di scomparire.
Patricia
Walker riprende conoscenza e si ritrova bloccata a mezz’aria grazie a delle
catene di ferro che le circondano le mani. Vicino a lei vi è Kyle Richmond,
nella sua stessa situazione.
-Finalmente
hai ripreso i sensi.
-Kyle,
dove siamo? Non ricordo come siamo arrivati qui.
-Siamo
stati catturati.
-Questo
lo vedo. Ma da chi? E come è successo? E perché siamo in abiti civili?
-Scusa,
ma quali abiti dovremmo avere?
-Non
eravamo in missione come Hellcat e Nottolone?
-Forse
hai battuto la testa ed è per quello che sei un po’ confusa. Noi non siamo mai
stati Hellcat e Nottolone. Ma forse arriveranno a salvarci.
Infatti
ecco arrivare due tizi in costume. Uno è completamente nero, l’altro ha gli
stessi colori di quello di Hellcat ma disposti in modo diverso e la maschera è
differente.
-Appena
ci distraiamo un po’ vi cacciate subito nei guai, Richmond!- dice quello con il
costume nero.
-E
quei due chi sono?- chiede Patricia a Kyle.
-Come
chi sono? Li hai da poco nominati tu. Hellcat e Nottolone.
-Ma
non è possibile!
-Sei
veramente strana.
-E
chi c’è sotto le maschere? Dovremmo esserci noi!
-Non
ti ricordi nemmeno questo? Loro sono nostri grandi amici, i coniugi Reginald e
Malicia Parrington.
-Ah,
ho capito. Posso mettermi a gridare?
Patricia
vorrebbe urlare ma invece si ritrova in piedi all’interno di una chiesa e con
un braccio alzato. Tutti i presenti la stanno osservando sorpresi. Come
sorpresi appaiono pure i due promessi sposi all’altare, Kyle Richmond e la sua amata
Yvette.
Patricia
non è meno sorpresa degli altri.
-Ehi,
perché tutti sono voltati verso me?- chiede alla donna vicino a lei.
-Ci
credo che guardano tutti lei. Il prete non aveva nemmeno finito di dire la
frase “chi è contrario a questa unione parli adesso o taccia per sempre” che
lei è scattata in piedi con quel braccio alzato.
Patricia
guarda il suo braccio alzato e lo abbassa di colpo.
-Ma
non ha senso! Kyle e Yvette si sono già sposati e io non ero nemmeno presente.
E poi quella frase non viene nemmeno più detta ai matrimoni.
La
solitamente posata Yvette, in abito da sposa, è in evidente stato di agitazione
e comincia ad avvicinarsi a Patricia.
-Eh
no, sei voluta intervenire e adesso dirai quello che volevi dire. Non ti
tirerai indietro.
Solo
adesso Patricia nota che Yvette ha un coltello in mano. Ah, per fortuna un
secondo dopo non ce l’ha più. Se lo sarà immaginato. No, forse è quell’oggetto
che sta raggiungendola in piena faccia. Però, che mira che ha Yvette.
-Non
hai nemmeno provato ad evitarlo.- le dice un uomo appena arrivato e che con una
sua mano ha bloccato al volo il coltello.
-Ci
mancavi solo tu. Mi stavo giusto chiedendo quando saresti arrivato.
-E
questo sarebbe un ringraziamento?- osserva Robert Baxter, il suo primo marito.
Il
funerale si è appena concluso. Quattro figure, rimaste in disparte tutto il
tempo, approfittano del fatto che gli altri pochi presenti se ne siano andati
per avvicinarsi alla lapide.
-Ha
avuto una vita sfortunata, ha commesso degli errori, ma voleva veramente fare del
bene. Altrimenti la Maschera dell’Eternità con lui non avrebbe funzionato.
A
parlare è stata Zelma Stanton, conoscente del ragazzo defunto che per poco
tempo è stato il Masked Raider.
-Sono
tra gli uomini più potenti del pianeta ma non sono riuscito a salvarlo. Sarà
per sempre uno dei miei più grandi rimpianti.- si rimprovera Adam Brashear,
cioè il super eroe Blue Marvel -A proposito, detective Corson, ha preso una
decisione riguardo alla Maschera?
-Sì.
Ho deciso che non sarò io il nuovo Masked Raider.- risponde Michael Corson,
colui che ha indossato la Maschera dell’Eternità per salvarsi dal demone che
aveva ucciso il ragazzo -Ho già riconsegnato la Maschera alla signorina
Stanton.
-Ed
io ho già trovato chi la indosserà da qui in avanti.
-Possiamo
sapere di chi si tratta?
-Probabilmente
non lo conoscete. E pure io non conosco il suo vero nome. Posso dire solamente
che il nuovo Masked Raider sarà sicuramente più esuberante.
Il
quarto individuo estrae un mazzo di carte (in realtà tarocchi) da una tasca e comincia
a mischiarle.
-Ian,
ti vuoi mettere a giocare pure in un posto come questo?- gli chiede Zelma.
Il
mago Ian McNee non risponde. Estrae dal mazzo due carte e le guarda.
-Dovevo
immaginarlo.- si limita a commentare.
Gli
altri lo fissano con sguardi interrogativi.
-E’
inutile farmi domande. Io stesso non ho ben chiara la situazione. So solo che
presto ci ritroveremo.
-Ma
funzionano codeste carte?- chiede
Corson.
-Sono
un grande mago, no? Certo che funzionano.
Anche se non sempre sembrano affidabili.
-Comunque
dopo aver indossato la Maschera dell’Eternità sono disposto a credere a tutto.
McNee
non lo ha detto agli altri ma sa che un altro mago prima o poi li coinvolgerà in
qualcosa. Il suo pensiero non può che andare al Dottor Strange.
La sfilata è appena terminata e il numeroso
pubblico sta applaudendo colei che ha disegnato i vestiti.
-Ho
capito. Questa è la volta in cui avevo deciso di fare la stilista e la mia
prima sfilata si rivelò un successo.
Nel
backstage l’amica Millie Collins l’abbraccia.
-So
che oramai sarai abituata, ma pure questa volta è stata una sfilata magnifica!
-Abituata?
Questa volta? Se non ricordo male io ho interrotto la mia carriera di stilista
dopo una sola sfilata.
-Lo
so. Hai abbandonato i tuoi sogni per tornare a fare la super eroina da
strapazzo.- si arrabbia Millie.
-Se
ho preferito… Aspetta, non devo perdere la calma. Mi spiace Millie, tu non
c’entri nulla.
Scompare
tutto e rimane solamente Patricia Walker di fronte a un grande specchio.
-Sai,
mi piacerebbe fare diverse cose, ma al momento ciò che più mi preme è tornare
da Kyle e mettermi il costume di Hellcat. Se e quando le mie priorità
cambieranno, allora mi dedicherò ad altro. Fino a quando non cambieranno
nuovamente. Sì, posso tranquillamente dirlo, sono felice. Mi sento libera. Mi
sento me stessa.
Patricia
Walker si ritrova nella casa a Greenwich Village che divide con Kyle Richmond.
In mano ha una collana, che va a riporre in un cassetto.
-Sei
un manufatto mistico molto utile, ma credo che non ti utilizzerò più. Ho capito
che non ne ho più bisogno.
E’
una Patricia tranquilla e rilassata quella che trova Kyle, di ritorno da un
incontro.
-Come
è andata?- chiede lei.
-In
sintesi, Yvette mi voleva dire che lascia il lavoro qui a New York e che si
trasferirà a Chicago.
-Ha
trovato un nuovo lavoro?
-Sì.
In più si ritroverà a lavorare con sono alcuni suoi amici ed è per questo che
ha preferito cambiare.
-E
così anche lei se ne va dalla Richmond Enterprises.
-Io
non me ne sono andato, mi sono solamente defilato. Inoltre mi ha detto, e mi è
sembrato che fosse questa la cosa che più le premeva dirmi, di fare attenzione
alla Cortex Incorporated. Secondo lei nasconde qualcosa di losco.
-La
Cortex Incorporated?
-E’
un’impresa che un paio di anni fa era ancora praticamente sconosciuta ma da
allora ha fatto parecchia strada.
-E
secondo Yvette può danneggiare la Richmond Enterprises? Comunque dovrebbe
occuparsene chi c’è adesso a guidarla. A meno che tu non abbia intenzione di
riprendertela.
-Anche
Yvette ritiene che non deve essere Kyle Richmond a occuparsene. Stando a quello
che pensa lei, è più un lavoro per Nottolone.
-La
cosa si fa interessante.
Zelma
Stanton ha ottenuto il potere di imbattersi inavvertitamente in oggetti magici
grazie a un “incidente” causato involontariamente dal mago Ian McNee (come
rivelato su Difensori MIT #88). Ma non è solo a lui che successivamente ha
portato ciò che trovava. Alcune volte si è recata da un ragazzo dai capelli
bianchi, ammiratore della vecchia Brigata Giovanile, e che si fa chiamare
Nullificatore Assoluto per via delle due pistole che porta sempre con sé,
capaci di annullare per qualche minuto i poteri delle persone che vengono
colpite da esse (un incontro tra Zelma e Nullificatore è stato visto su
Squirrel Girl MIT #10).
-Sempre
sia lodata la Brigata Giovanile!- esclama Zelma una volta giunta davanti a una
porta di ferro, appartenente a una casa decadente e apparentemente abbandonata.
Una
volta che è stata fatta entrare, si trova di fronte Nullificatore Assoluto.
-Sai,
ogni volta che pronunci la parola d’ordine ho come l’impressione che tu lo
faccia in modo canzonatorio.- le dice quest’ultimo.
-Non
è assolutamente così.- risponde lei cercando di trattenere un sorriso -Allora, hai
provato il costume?
-Sarebbe
un costume? E’ un impermeabile poco più. E quel cappello…
-E’
l’abbigliamento scelto dal precedente portatore della Maschera dell’Eternità.
Mi farebbe piacere che proseguissi con quello.
-E
va bene, uff! Tanto non ha più molto senso continuare a usare il mio costume,
visto che la mia Brigata Giovanile è stata sciolta e le mie due pistole sono
state distrutte durante la nostra ultima missione.
(No,
quest’evento non è stato ancora narrato e probabilmente mai lo sarà.)
E’
proprio come sembra. Il nuovo possessore della Maschera al quale aveva accennato
Zelma è esattamente lui. Il ragazzo indossa la Maschera, il cappello,
l’impermeabile e tutto il resto, impugna le due pistole anch’esse usate dal
precedente Masked Raider e si mette in posa davanti alla ragazza.
-Stai
proprio bene. Forse perché non ti si vede la faccia.
-Sei
sempre più simpatica ogni giorno che passa. Però ammetto che mi ci trovo
benissimo.
-Ho
pensato a te anche perché sei sicuramente abituato a maneggiare due pistole
insieme.
-E
così sia! Non c’è più Nullificatore Assoluto ma Super Masked Raider, il
giustiziere temuto da tutti i malvagi!
-Giustiziere
mi piace poco.- commenta Zelma -E pure quel Super è meglio se lo togli.
-Già
avverto che la Maschera vorrebbe mostrarmi qualcosa di importante. Ti
ringrazio, Zelma. Mi hai portato quest’oggetto proprio nel momento giusto.
-Quindi
come devo chiamarti da oggi in poi?
-Tu
puoi tranquillamente continuare a chiamarmi Milhouse.
-Vedo
che la fissa per la Brigata Giovanile non ti è passata.
-Perché
dovrebbe?
(Milhouse
è il secondo nome di Rick Jones, il fondatore della prima e storica Brigata
Giovanile e personaggio che potete trovare su Hulk MIT.)
Coffee
a Go-Go, Greenwich Village, New York.
Cinque
ragazzi stanno rilassandosi all’interno del locale. Sono Doreen Green (che è
anche Squirrel Girl), Paul Palmer (Arachnikid), Mimi Lapin (Black Rabbit),
Victor Alvarez (Power Man) e Jason Grimm (Skull Punch). Finalmente tutti si
sono ripresi, chi più chi meno, dalle ferite riportate durante l’attacco di
Fangar (o Vangar, o Iangar, scegliete quello che meno vi dispiace)
all’Accademia dei Difensori (vedere per credere Difensori MIT #94).
Jason:
-Io e Mimi non torneremo all’Accademia.
Victor:
-Anche perché l’Accademia non esiste più.
Jason:
-Volevo dire, e lo spiego per quelli un po’ meno svelti di cervello, che ce ne
staremo un po’ per contro nostro.
Victor:
-Guarda che io avevo capito. Sei tu che non capisci le battute.
I
due si guardano in cagnesco.
Doreen:
-E tu, Paul?
Paul:
-Sono indeciso. Mi piacerebbe far parte di un gruppo ma mi piacerebbe pure
provare ad avviare una carriera di super eroe in solitaria. A tal proposito, ho
ridisegnato il mio costume. Mi sono fatto una foto dopo averlo indossato. Cosa
ve ne pare?
Il
ragazzo mostra la foto agli altri. Il costume ricalca in pratica quello
classico dell’Uomo Ragno, con la differenza che nella parte superiore invece di
essere di colore rosso e blu è viola e verde. Inoltre sul davanti c’è un’enorme
scritta colorata: Spider Hero.
Victor:
-Non so cosa dire. Non è nemmeno brutto. Peggio.
Jason:
-E’ vero. E’ peggio che brutto. E’ ridicolo.
Di
colpo, quando Jason e Victor comprendono di essersi trovati d’accordo su
qualcosa, si guardano nuovamente in cagnesco.
Doreen:
-A me il costume piace.
Mimi:
-E questa è la conferma che è veramente ridicolo.
Doreen:
-Fa molto Silver Age.
Jason:
-Non siamo più nella Silver Age da un pezzo.
Doreen:
-E’ un peccato.
Victor:
-Comunque anch’io per un po’ di tempo non mi farò rivedere nei Difensori o in
qualsiasi altro gruppo.
Paul:
-Come mai?
Alvarez
esita un po’ prima di rispondere.
Jason:
-Non sarà mica perché la tua ragazza è contraria, vero?
Victor:
-Non è la mia ragazza. Lo è stata. Solo che potrebbe tornare ad esserlo e non
voglio rischiare di perderla nuovamente per…
Jason:
-Insomma, in breve, c’ho preso. Sei abbastanza penoso.
Paul:
-Io invece vedo la sua scelta come un segno di maturità.
Jason:
-Bah!
(La
ragazza di cui parla Victor è ovviamente Lisa Molinari, cioè Stemma, della
quale ricordiamo che non è più in possesso del Cappotto di Tiboro, andato
distrutto su Difensori MIT #86.)
177/A
di Bleecker Street, Greenwich Village, New York. Sanctum Sanctorum del Dottor
Strange.
Nottolone,
Hellcat e Valchiria, già all’interno dell’edificio, assistono all’arrivo del
Dottor Strange che porta con sé gli altri componenti del nuovo gruppo dei
Difensori. Alcuni hanno già avuto a che fare con loro, pure recentemente. Altri
invece rappresentano una novità. Ma è ancora presto per svelare chi sono.
(E’
la stessa scena che ha chiuso il numero precedente ed è stata inserita pure qui
perché è effettivamente successiva agli eventi narrati precedentemente su
questo numero.)
Dimora
dei Parrington. Il giorno seguente.
Samantha
sta cenando insieme ai suoi genitori.
-Non
capisco perché Richmond non vuole più usare il nostro appartamento come
quartier generale. Non c’è più il mega computer a disposizione ma è ugualmente
un luogo protetto e sicuro grazie ai rivestimenti in adamantio.- dice Reginald.
-Se
è perché gli abbiamo detto che non vi volevamo più qui, sappiamo tutti
benissimo che l’abbiamo fatto solamente perché eravamo controllati dal mega
computer. In realtà non lo pensavamo e non lo pensiamo.- aggiunge Malicia.
-Veramente
Kyle lo ritiene ancora un quartier generale dei Difensori.- risponde Samantha
-E’ solo che considera una buona idea averne più di uno e prima di questo vi è
la casa del Dottor Strange e poi quella sua.
-Sigh!
Siamo stati retrocessi al terzo posto.
-Se
mi è permesso dirlo, lo trovo anche giusto, visto quel che è successo con il
mega computer.- si intromette il maggiordomo.
-Grazie
del sostegno, Springthorpe.- ringrazia la ragazza.
-Però…-
insiste Malicia -Non solo le altre basi sono nel Greenwich Village, ma una è
addirittura la casa di quel mago.
-La
dimora del Dottor Strange è il luogo più sicuro che possa esistere.- obietta
Samantha -Certo, a meno non perda il controllo sulle creature che tiene
prigioniere all’interno.
-Cre-creature?
Che tipo di creature?- si preoccupa Malicia.
-Samantha,
smettila di spaventare tua madre. Malicia, non devi preoccuparti, nostra figlia
stava sicuramente scherzando.
I
due guardano Samantha in attesa di una conferma ma lei se ne rimane in
silenzio.
-Vero?-
chiede infine Reginald, un po’ esitante.
NOTE
Dopo
vari nemici che durano un solo numero, finalmente ecco… un nemico che dura più
numeri? No, ecco un numero che di nemici non ne ha proprio.
Ci
sono in ogni modo cambiamenti. Personaggi che sembrano separare le loro strade
dai Difensori (Yvette e i giovani super eroi della fu Accademia) e altri nuovi
che arrivano (Nullificatore Assoluto che diventa il nuovo Masked Raider).
A
proposito di Yvette, colgo l’occasione per ribadire (o per dire la prima volta,
non ricordo) che quando ho cominciato a scrivere le storie dei Difensori non era
prevista una relazione tra Kyle e Patsy. Poi però, una volta venuta fuori
l’idea, l’ho dovuta per forza realizzare, perché secondo me quei due stavano e
stanno bene insieme. Purtroppo per realizzare ciò ho dovuto far concludere la
relazione tra Kyle e Yvette, che era stata costruita benissimo dal primo
scrittore della serie. Ecco, di questo un po’ mi spiace.
Per
sapere chi fa parte della nuova formazione dei Difensori oltre a Strange,
Nottolone, Hellcat e Valchiria bisognerà aspettare il numero 100. Un numero
celebrativo ideale per iniziare il nuovo corso, con un gruppo più organizzato
invece dei vari gruppetti sparpagliati che si sono visti nei numeri più
recenti. E nel numero 99 quindi cosa ci sarà? Ho quasi l’intenzione di saltarlo
e passare direttamente al numero 100. Chissà se
si può. Ehi! Dove mi state portando?
P.S.:
il costume di Spider Hero è comparso veramente in qualche albo della Marvel
Comics!